
Davanti alla crisi che scuote l' Europa ?ciascun Paese deve assumersi le proprie responsabilit?, dice Giorgio Napolitano. E rivendica, alzando uno scudo a tutela del governo di Mario Monti: ?L' Italia lo sta facendo con decisioni difficili e duri sacrifici, in particolare per ridurre l' enorme debito pubblico e non lasciare che gravi sulle nuove generazioni?. Possiamo uscirne, spiega il capo dello Stato, purch? Roma e Bruxelles procedano congiuntamente. ?Possiamo farcela?, insiste, a patto che ?insieme con il rigore operi il principio di solidariet? e che l' Ue sappia parlare ?con una sola voce?. Poi, superando il solito ottimismo dei meeting internazionali e mentre Angela Merkel lancia l' allarme sui ?rischi incalcolabili? di un default greco, avverte: ?L' Europa non ? solo l' euro. ? molto di pi?. L' interconnessione ? cos? profonda da rendere inimmaginabile una sua dissoluzione?. Insomma: per il presidente in trasferta a Helsinki per un vertice del gruppo ?Uniti per l' Europa?, ? impossibile credere ?di essere al sicuro tornando al passato?, perch? chi ragiona in questo modo ?si colloca fuori dalla realt?. Un ammonimento che qualcuno legge come un' allusione a certi umori - appunto passatisti - cresciuti dalla Finlandia alla Germania, dove si recrimina sull' ?allegria contabile? di altri partner dell' Ue. Un' interpretazione che pare confermata quando, difendendo le ragioni per restare uniti, Napolitano aggiunge: ?Si sono frapposti ostacoli al principio di solidariet?, si ? diffusa la voce che alcuni Paesi abbiano avuto solo vantaggi dall' euro, mentre altri avrebbero pagato solo il conto?. Sottinteso: una voce sbagliata. M. Br. RIPRODUZIONE RISERVATA
Breda MarzioPagina 9
(11 febbraio 2012) - Corriere della Sera
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