
anche Berlusconi
indagato da pm baresi
?Pagò per mentire?



Un’ipotesi, a dirla tutta, che non ha mai convinto del tutto la magistratura barese. Basti pensare a cosa accadde quando il fascicolo venne trasmesso in Puglia dai colleghi napoletani, che inizialmente avevano indagato Lavitola e Tarantini per estorsione ai danni di Berlusconi. La procura di Bari aveva chiesto la revoca della misura cautelare disposta a Napoli per Lavitola lo scorso settembre. Ma il gip disse di no. E solo allora l’accusa chiese l’arresto per il faccendiere, riformulando il capo di accusa da estorsione a induzione a mentire all’autorità giudiziaria.?
Ieri Lavitola, nel carcere di Poggioreale dove è detenuto da lunedì scorso, ha risposto per due ore al gip del Tribunale di Napoli, che ha condotto per rogatoria l’inter rogatorio di garanzia relativo alle accuse baresi. Lavitola ha prima risposto per cinque ore alle accuse ipotizzate dai pm napoletani (i finanziamenti pubblici ottenuti dalla cooperativa ?International Press?, inchiesta in cui è indagato, tra gli altri, il senatore Pdl Sergio De Gregorio e le presunte tangenti a esponenti del governo di Panama per gli appalti delle carceri ?modulari?), poi per altre due ore ha parlato delle accuse ?baresi?. Quest’ultima vicenda ruota intorno agli 800mila euro che Gianpi Tarantini ha percepito da Berlusconi. Soldi che, secondo l’accusa, sarebbero stati erogati per indurlo a non far emergere il ruolo del Cavaliere sulle feste a base di escort: ?Berlusconi -?spiegò Tarantini - non sapeva che le ragazze venivano pagate, pensava che fossero solo mie amiche?.?
Sul punto, a quanto pare, avrebbe mentito. Lavitola, che si è consegnato alla giustizia lunedì scorso dopo mesi di latitanza dorata in Sud America, avrebbe avuto il ?ruolo di intermediario tra Silvio Berlusconi (...) e Gianpaolo Tarantini? e ha tenuto una condotta che deve ?essere valutata in termini di concorso nel reato?. Questa almeno la tesi del Riesame di Bari (il 27 aprile se ne discuterà in Cassazione).?
?Non vi è dubbio - scrissero tra l’altro i giudici della Libertà - che le dichiarazioni rese dal Tarantini davanti all’autorità giudiziaria di Bari in data 29 e 31 luglio 2009 risultano essere reticenti relativamente al coinvolgimento del premier e a tratti addirittura mendaci, determinando in tal modo, alla stregua dell’illustrato orientamento della Suprema Corte, la consumazione del reato di cui all’articolo 377bis del Codice penale, posto in essere da Silvio Berlusconi? . Secondo quanto ha sempre sostenuto Tarantini, Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute; secondo i magistrati baresi, invece, emerge dagli atti la consapevolezza dell’allora capo del governo di avere rapporti sessuali con escort. Oltre a Lavitola, dunque, adesso è indagato anche Berlusconi. [g. l. - m.s.]













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