Tuesday, February 21, 2012

Lo sgombero di “Occupy Pisa” - Il Post

Poco prima delle sette di questa mattina è iniziato lo sgombero del palazzo di via La Pergola a Pisa occupato da alcuni mesi dagli studenti del movimento Occupy Pisa. La polizia ha rotto il lucchetto del portone d’ingresso e gli agenti sono entrati: i tre studenti che si trovavano all’interno sono stati denunciati per occupazione e il palazzo è stato posto sotto sequestro.

Subito dopo lo sgombero, un centinaio di manifestanti si è radunato in Piazza Dante e intorno a una filiale della Cassa di Risparmio di Pisa gridando: ?Noi non pagheremo il debito alle banche?. Da qui, il corteo si è spostato in Piazza Garibaldi dove un gruppo di carabinieri in tenuta antisommossa ha impedito ad alcuni studenti di entrare nella banca Unicredit: ci sono stati degli scontri e tre ragazzi hanno riportato delle lievi ferite.

In Piazza Dante, dove il corteo è tornato dopo tre ore, sono state montate alcune tende e un gazebo. L’intenzione dichiarata dagli studenti è quella di continuare direttamente in piazza le attività che prima si svolgevano nello stabile occupato. Stasera, dalle ore 21,00 alla Facoltà di Lettere, è in corso un’assemblea per decidere come portare avanti la protesta.

Ieri Occupy Pisa aveva iniziato una campagna intitolata “Esponiamoci” per raccogliere firme contro lo ?scandalo? bancario legato all’immobile di via La Pergola. Gli studenti, durante una conferenza stampa, avevano detto di voler presentare un esposto al Tribunale di Pisa per ?mettere in luce le evidenti illegalità e speculazioni che si celano dietro l’immobile via La Pergola, oggetto di un vero e proprio scandalo finanziario, il cui costo sociale ed economico gli stessi protagonisti della speculazione vorrebbero continuare a riversare sulla collettività?.

Secondo la ricostruzione fatta dal movimento Occupy Pisa e presentata ieri l’attuale proprietaria è una società in liquidazione: l’Olivia s.r.l. dell’imprenditore Massimo Cimatti.

Questa società è stata fondata il 9 novembre 2005 con un capitale sociale di soli 10.000 euro (il minimo legale per costituire una Società a Responsabilità Limitata), ed è stata sciolta il 15 novembre 2010, per iniziativa “volontaria”, ovvero ha affidato i suoi beni ad un liquidatore per cercare di ripagare i debiti che ha contratto. Questa società “fantasma”, attraverso un sistema complesso di scatole cinesi della finanza “creativa”, è detenuta dalla società finanziaria Norman 95, fallita lo scorso luglio con 200 milioni di euro di debiti, nonostante la continua elargizione di credito concessa da un pool di banche amiche, in primis il Monte dei Paschi di Siena e Unicredit.

Lo scandalo sta nel fatto che questa società, Olivia s.r.l. controllata occultamente da Norman 95 di Cimatti, appena costituita e senza nessuna garanzia economica, ha chiesto e ottenuto un prestito di dalla MpS e da una società del gruppo Lehman Brothers, al fine di trasferire 23 milioni di euro al Banco popolare italiano all’epoca (2005) del “furbetto del quartierino” Fiorani, condannato per vari reati nel tentativo della scalata Antonveneta, e direttamente coinvolto nel capitale di Norman 95 (ma non di Olivia s.r.l.!), assieme ad altri super faccendieri quali il vice-presidente di Unicredit e della Cassa di Risparmio di Alessandria Palenzona. La decina di immobili di cui fa parte “Via La Pergola” sono stati utilizzati per occultare questi trasferimenti di denaro, indebitando volontariamente le società “fantasma” di Norman, come Olivia s.r.l., poi messe in liquidazione.

- Il caso Antonveneta


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Fornero: ok all'apprendistato come contratto di ingresso - Europaquotidiano.it

Sei in Interni
Lavoro - è partito bene il negoziato tra governo e parti sociali. Dell'articolo 18 si parlerà soltanto alla fine è andata bene. Il giudizio positivo sul round di ieri in sala Verde è diffuso, anche se ognuno degli attori sottolinea un aspetto piuttosto che un altro. Tuttavia, molto apprezzata è stata l’assicurazione venuta da Elsa Fornero: ?Nessun aut aut?. Tre i punti fermi emersi: primo, sì del governo a considerare l’apprendistato come modello contrattuale di ingresso nel mondo del lavoro (così come indicato nel documento che sindacati e imprese avevano consegnato al governo nella prima riunione); secondo, la trattativa entrerà subito nel concreto a partire dagli ammortizzatori sociali. In proposito, per le imprese piccole e piccolissime resteranno quelli attuali, ma occorrerà organizzare un sistema assicurativo di tutele; terzo, della flessibilità in uscita e dell’articolo 18 si parlerà solo alla fine.
Sulla base di questi criteri, governo e parti sociali torneranno a vedersi lunedì prossimo, questa volta al ministero del welfare. A palazzo Chigi si tornerà nella fase finale. Non è stata affrontata la questione dei cosiddetti “esodati”, le decine di migliaia di lavoratori (secondo la Cisl circa 60mila) che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione a seguito dell’ultima riforma pensionistica. Fornero ha stralciato il tema dal milleproroghe affermando che esso sarà trattato in altro provvedimento; i sindacati preferirebbero che la questione fosse affrontata al tavolo, ma il ministro ritiene che la cosa riguardi il parlamento. La camera se ne era occupata trovando una soluzione solo parziale e al senato è arrivato lo stop del ministro.
Sull’incontro di ieri ci sono da registrare i timori di Confindustria circa un ?aumento della burocrazia ? sull’apprendistato: il riferimento è alle penalizzazioni cui ha fatto cenno Fornero per chi usasse questa tipologia contrattuale solo per i risparmi economici che consente, senza poi fare davvero formazione.
Emma Marcegaglia ha anche messo in chiaro che le imprese non possono assolutamente caricarsi un aumento del costo del lavoro. ?Dire di non essere disponibili ad un aumento del costo del lavoro vuol dire ragionare sul mantenimento della precarietà? ha commentato Susanna Camusso.
Sull’articolo 18, resta il “no” della leader della Cgil, che ha confermato l’apertura a rivedere i tempi di durata dei processi, posizione inaspettatamente condivisa ieri da Maurizio Landini, che su Fiat e articolo 18 ha proclamato uno sciopero di otto ore per il 9 marzo. ?Spero – è stato il commento di Raffaele Bonanni – nella ragionevolezza di imprenditori, governo e forze politiche, e dello stesso sindacato?. Il leader della Cisl è convinto che i sindacati debbano trattare su tutto e non lasciare il governo a decisioni unilaterali.

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Monday, February 20, 2012

Chiesa, la svolta di Monti: "Dall'Ici saranno esenti solo gli ... - il Giornale

Il governo Monti lo aveva annunciato: rivedremo l'Ici sulla Chiesa. E adesso c'è anche la prova. Infatti, il premier ha comunicato al vicepresidente della Commissione Ue, Joaquin Almunia, la sua intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca la questione una volta per tutte.?

E il chiarimento verrà fatto sulla base dei seguenti cambiamenti: l’esenzione farà riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; ci sarà l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; l’esenzione sarà limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; verrà introdotto un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia e delle Finanze in merito all’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.?

Insomma, stando così le cose, l’esenzione dall’Ici per gli enti non commerciali, tra cui anche la Chiesa, varrà solo per quegli immobili in cui sia "esclusiva" l’attività non commerciale. Mentre per gli immobili ad attività "mista", l’esenzione riguarderà soltanto la frazione nella quale si svolga l’attività non commerciale.

La risposta della Cei è arrivata a stretto giro di posta. "Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato", ha dichiarato il portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, che ha aggiunto: "Come dichiarato più volte, anche di recente, dal Presidente della Cei, Card. Angelo Bagnasco ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità". L’auspicio di monsignor Pompili è che sia "riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit".

Il presidente del Consiglio oggi è intervenuto al Parlamento europeo e ha parlato della crisi economiche e delle riforme attuate. Secondo il premier, "è una virtù e non un vizio dell’Ue, dell’euro, di Maastricht e del Patto di stabilità - le cui regole pure possono sembrare eccessive - aver forzato tutti i nostri paesi, nessuno escluso e inclusa l’Italia che ha beneficiato di pressioni per entrare nell’eurozona, a mettere in pratica le regole della vita europea".

Secondo Monti, i sacrifici chiesti agli italiani "non sono imposti dall'Europa ma necessari per il miglioramento della vita economica, sociale e civile degli italiani e nell'interesse dei nostri figli". Il professore bocconiano ha affermato che "la strada da compiere è ancora molta ma sono incoraggiato da quello che sta avvenendo. L'Italia è impegnata in una complessa corsa uscire dall'emergenza: stiamo gradualmente riuscendo a togliere il nostro paese dalla zona d'ombra in cui in qualche momento è stato collocato come fonte, contagio o focolaio della crisi".

Sulle Olimpiadi a Roma, Monti ha specificato che "ho dovuto prendere una decisione difficile e non popolare ma penso che l'opinione pubblica abbia capito".


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Grandi Rischi, ha deposto Bertolaso - ANSA.it

Grandi Rischi, ha deposto Bertolaso (ANSA) - ROMA, 15 FEB - L'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso deposto per 4 ore e mezzo al processo alla Commissione Grandi Rischi in cui e' imputato di reato connesso (omicidio plurimo colposo). Bertolaso ha risposto a tutte le domande dei giudici ed ha sottolineato che il 30 marzo del 2009, allora capo della Protezione civile, convoco' la Commissione Grandi Rischi ''solo per informare la popolazione in seguito alla situazione di disagio e panico che si era creata dopo il lungo sciame sismico''. ? Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati Fuori anche Fornaciari, Marlene Kuntz, Carone-Dalla Papaleo fa la 'prova' collarino, 'e' lei' Quotazioni guadagnano l'1,1% Differito con primo provvedimento legislativo utile Accolta solo parzialmente la mozione della Lega Nord Imposta anche per locali dove attività commerciale è prevalente Monti lo preannuncia ad Almunia, riguarda enti non commerciali Napolitano, è necessario su tutti i provvedimenti su giustizia Sassaiola giovani contro municipio Napolitano invita forze politiche a porre un 'meditato rimedio' Topnews Cronaca Politica Economia Mondo Calcio Sport Cultura Scienza Internet Spettacolo Cinema English
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Morandi: ''Menomale che c'è Adriano'' - La Repubblica

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Sunday, February 19, 2012

Villa Reale, il governo rinuncia al ricorso. I Ministeri salutano ... - MBnews

Tags: Monza e dintorni

villa-reale-fronte?La Presidenza del Consiglio annuncia che non farà ricorso contro la decisione del tribunale di Roma a proposito dell'incostituzionalità dei ministeri a Monza. Monti archivia definitivamente la questione, il trasferimento è cancellato?. Queste le parole di Giovanni Floris martedì a Ballarò, trasmissione di informazione politica in onda su Rai Tre.

Un San Valentino di dinieghi per il governo: oltre al "no" alle Olimpiadi romane anche il "no" – definitivo – al trasferimento voluto dalla Lega di tre distaccamenti ministeriali in quel della Villa Reale.

I ministeri padani furono inaugurati lo scorso 23 luglio, alla presenza – tra gli altri – di Umberto Bossi, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Michela Brambilla. Si mobilitò anche lo squadrone leghista brianzolo, per quella che fu una festa di pochette verdi e bandiere padane, mentre sullo sfondo – fuori dai cancelli della reggia piermariniana – impazzava l'indignazione del popolo dei contrari. Poche settimane dopo la decisione del tribunale del Lavoro, che aveva bloccato il trasferimento di personale per mancanza di accordi sindacali.

Di fatto, oltre alla pirotecnica inaugurazione, poco o nulla. I ministeri sono chiusi da mesi e nemmeno le targhette dorate all'ingresso hanno resistito all'incedere del tempo (poco) e delle polemiche (molte). E chissà che fine faranno i bagni, ultimati e consegnati – secondo quanto riportatoci da Infrastrutture Lombarde – l'11 dicembre scorso. I servizi dovevano essere di pertinenza del personale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e messi a disposizione del pubblico che visiterà le future mostre. MB News, tuttavia, ha recentemente specificato lo stallo in cui versa l'ente Consorzio, che conta solo due dipendenti, un direttore e zero budget ma... bagni decisamente spaziosi.

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Indagato De Gregorio nell'inchiesta sui finanziamenti all'Avanti - La Repubblica

Indagato il senatore De Gregorio per 23 milioni di finanziamenti all'Avanti


Il senatore del Pdl Sergio De Gregorio è indagato per truffa e false fatturazioni nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti al quotidiano l'Avanti.

L'indagine condotta dai pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock ha portato ad alcune perquisizioni e sequestri: tra l'altro sono stati sequestrati dei container con documenti del senatore de Gregorio che restano tuttavia sigillati in attesa dell'autorizzazione del Senato sulla richiesta di perquisizioni.

De Gregorio è indagato in concorso con il direttore dell'Avanti, Walter Lavitola. L'inchiesta riguarda l'erogazione di oltre 23 milioni e 200 mila euro in un arco di tempo che va dal 1997 al 2009 a titolo di contributi per l'editoria. L'erogazione, secondo l'accusa, sarebbe avvenuta facendo ricorso a fatture per operazioni inesistenti e documenti che attestavano, contrariamente al vero, che la società editrice, la International Press, possedeva i requisiti sulla tiratura delle copie vendute. Pertanto, il Dipartimento per l'Editoria sarebbe stato indotto in errore in quanto erano state comunicate vendite in blocco o mediante strillonaggio del quotidiano, in realtà mai effettuate.


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Greenpeace denuncia:«Le sostanze a bordo della Costa potrebbero ... - Corriere della Sera

ISOLA DEL GIGLIO

Greenpeace denuncia:?Le sostanze a bordo
della Costa potrebbero essere cancerogene?

Troppo ?generico? l'elenco diffuso dalla compagnia, possibili danni anche alla salute dell'uomo

Il pompaggio del carburante dalla Costa (Ansa)Il pompaggio del carburante dalla Costa (Ansa) MILANO - Sulla lista delle sostanze inquinanti presenti sulla Costa Concordia resa nota dalla compagnia e dalla protezione civile il 27 gennaio, Greenpeace non ci sta. E denuncia: ?L'elenco ? incompleto e troppo generico per essere utile?.

I PERICOLI - Cos? in un rapporto dal titolo Toxic Costa, l'organizzazione ambientalista fornisce un inventario ragionato delle sostanze e dei materiali pericolosi ancora presenti sulla nave cercando di andare a fondo della questione. ?L'uso di termini generici come "pitture e smalti" o "insetticida" non permette di effettuare stime apprezzabili dei rischi per l'ambiente?, spiega Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace. Parlare di 50 litri di insetticida liquido e di 1,8 chili di insetticida gel senza specificare di quale insetticida si tratti, secondo gli ambientalisti, infatti non ha senso. E non si possono escludere danni per la salute degli esseri umani, oltre che dell'ecosistema e dalla fauna marina. Nel rapporto si legge: ?Molti composti, una volta dispersi nell’ambiente, sono in grado di accumularsi in pesci e molluschi contaminando la catena alimentare fino all’uomo. Nel lungo periodo, l’esposizione a queste sostanze pu? comportare serie ripercussioni sulla salute, talora in maniera irreversibile (come nel caso di quei composti che sono accertati cancerogeni per gli esseri umani)?.

CANDEGGINA E MOBILI - A mettere a repentaglio la salute dell'uomo anche l’ipoclorito di sodio, meglio noto come candeggina. ?La Costa Concordia ne trasportava, secondo l’armatore, una tonnellata. ? una quantit? enorme. Questa sostanza, reagendo con gli acidi organici presenti in mare, pu? produrre sostanze pericolose come i trialometani: composti tossici per fegato e reni. Alcuni trialometani sono cancerogeni per l’uomo?, si legge ancora nel rapporto Toxic Costa. A preoccupare sono anche gli "articoli di arredamento" a bordo della Costa Concordia: tappeti, tendaggi, tavoli, elettrodomestici che contengono additivi chimici, molti dei quali pericolosi. E Greenpeace avvisa: ?Se la nave si dovesse spezzare o rimanere a lungo adagiata sul fondo, sostanze come ftalati, alchilfenoli (tensioattivi non ionici), composti a base di bromo e paraffine clorurate potrebbero, nel corso degli anni, essere gradualmente rilasciate in mare e contaminare l'ambiente circostante?.

Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio??? Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio??? Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio??? Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio??? Cosa rischia di scomparire nel mare del Giglio

RECUPERO SOSTANZE E CARBURANTE - Altro capitolo importante ? il carburante di cui sono appena state avviate le operazioni di estrazione: ?Si tratta dell'IFO380 un combustibile particolarmente pericoloso per la sua alta densit? e per questo vietato nella navigazione in Antartico. La sua fuoriuscita determinerebbe il maggior impatto sull'ambiente dell'isola del Giglio, che ? parte del Santuario dei cetacei?. Per dare un’idea, lo sversamento di sole 400 tonnellate dello stesso carburante dalla portacontainer Rena, che si ? incagliata e poi spezzata in una barriera corallina della Nuova Zelanda, ha ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato chilometri di costa. E a rischio sarebbe anche l'uomo: ?L’IFO 380 ? irritante per gli occhi e la pelle, e tra i suoi componenti c’? anche una sostanza cancerogena, il benzo(a)pirene, in grado di risalire la catena alimentare e arrivare a contaminare l’uomo?. Poco si ? parlato poi dei seicento chili di grassi per apparati meccanici che, se dispersi in mare, andrebbero a ricoprire il fondale marino con ripercussioni sulla vita animale e vegetale del bentos. E se nel caso del gasolio ? partito il recupero, Greenpeace fa notare come ?anche i detergenti, le vernici, gli insetticidi dovrebbero essere rimossi dalla nave il prima possibile, insieme a tutti i materiali solidi, galleggianti e non?.

Marta Serafini
mserafini@corriere.it
14 febbraio?2012 (modifica il 15 febbraio?2012)? RIPRODUZIONE RISERVATA


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Stupro fuori da discoteca: indagato militare, sequestrata "auto ... - AGI - Agenzia Giornalistica Italia

Stupro fuori da discoteca: indagato militare, sequestrata auto della violenza<br /> 18:16 15 FEB 2012

(AGI) - L'Aquila, 15 feb. - Svolta nello stupro avvenuto nella notte tra sabato e domenica nella discoteca 'Guernica' di Pizzoli. La Procura della Repubblica dell'Aquila ha inscritto nel registro degli indagati il 21enne originario di un paese vicino Avellino, sul quale sin dai primi momenti si erano concentrati i primi sospetti. Si tratta di un militare in servizio presso il 33.mo reggimento di artiglieria terrestre Acqui dell'Aquila contro il quale viene ipotizzato il reato di violenza sessuale e lesioni gravissime su una studentessa di Ingegneria dell'Aquila, una 20enne di Tivoli (Roma), ancora ricoverata nel reparto di Ginecologia del "San Salvatore" dell'Aquila per le gravi lesioni riportate agli organi genitali. L'indagine dei carabinieri vuol far anche luce sull'eventuale ruolo che avrebbero avuto i due commilitoni dell'indagato, un campano e un aquilano, presenti col compagno in discoteca. Proseguono le ricerche dell'attrezzo che potrebbe essere stato usato dal bruto per abusare della vittima provocando le lesioni. Il Questore ha deciso intanto la chiusura della discoteca per dieci giorni per ragioni di ordine e sicurezza pubblica. Il Gip del Tribunale dell'Aquila, ha convalidato il sequestro dell'auto con la quale i quattro sospettati dalla Procura della Repubblica, due campani e un aquilano (militari presso il 33.mo reggimento artiglieria terrestre Acqui dell'Aquila) e la fidanzata di quest'ultimo, si sono allontanati dalla discoteca di Pizzoli (L'Aquila), mentre al di fuori, il titolare del locale, soccorreva la ragazza lasciata tra la neve in mezzo ad una pozza di sangue, dopo essere stata violentata. Sulla macchina gli investigatori dei carabinieri (che stanno indagando per violenza sessuale e lesioni gravissime) hanno rinvenuto tracce, ora al vaglio dei colleghi dei Ris di Roma. Il magistrato ha anche convalidato il sequestro degli abiti appartenenti all'unico indagato: uno dei due militari di Avellino.
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Saturday, February 18, 2012

Omicidio Sandri, la Cassazione decide - LaPresse

Foto: LaPresse

Roma, 14 feb. (LaPresse) - Sull'omicidio di Gabriele Sandri oggi, la Cassazione, emetterà la definitiva verità giudiziaria. Alle dieci, i giudici supremi si riuniranno per confermare o meno il verdetto dell'Appello a carico di Luigi Spaccarotella, il poliziotto che l'11 novembre 2007 sparò, uccidendendo, il tifoso romano, di fede laziale, 26 anni, che quella domenica stava andando a Torino a vedere la partita della sua squadra. Lo sparo partì dalla piazzola dell'area di servizio, a Badia del Pino, in provincia di Arezzo, tagliò l'aria sopra le quattro corsie dell'A1 e uccise il dj, chiamato da tutti Gabbo. Un solo colpo, letale alla testa. Il poliziotto è stato condannato in secondo grado a 9 anni e 4 mesi: omicidio volontario il capo d'imputazione. Due processi, il primo grado ad Arezzo, il secondo a Firenze. Due verdetti: omicidio colposo prima e volontario poi. La difesa di Spaccarotella, sostenuta dai legali Francesco Molino e Federico Bagattini, punta su una "mal motivazione in punto di sussistenza dell'elemento psicologico del dolo" della sentenza d'appello. Che, se dimostrata, potrebbe portare all'annullamento del processo e all'inizio di uno nuovo. Di certo, se la Cassazione confermasse il verdetto dell'Appello l'imputato, a distanza di oltre quattro anni dai fatti, finirebbe in carcere. Oggi in aula, come sempre in questi quattro anni, sarà presente il padre di Gabbo, Giorgio Sandri.


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Il tracollo di Genova fa precipitare il Pd in una crisi di nervi - il Giornale

Genova - Ora non possono neppure dire che non è vero: a Genova il Pd ha perso la testa. Probabilmente non era necessario attendere la disfatta delle primarie, ma ieri sono arrivate anche le prove. Schiaccianti. E numerose.

Ha perso la testa il partito, che vede le dimissioni presentate dal segretario regionale Lorenzo Basso e dal suo collega provinciale Victor Rasetto. La vittoria di Marco Doria, indipendente sostenuto da Nichi Vendola, che ha fatto fuori le due donne del Pd che si azzuffavano tra loro, non poteva restare senza conseguenze.
E ha perso la testa anche l’ormai ex sindaco Marta Vincenzi, che si attacca al computer per scolarsi tutto d’un fiato una serie di messaggi su Twitter. Ma siccome non regge l’ubriacatura da sconfitta, le rinviene tutto il veleno che ha sempre conservato per amici e nemici. La lista delle scuse va al ballottaggio con quella delle accuse. La sindaco meno amata dai genovesi dice di aver perso perché è donna e ?oggi le donne riescono a non farsi uccidere solo quando perdono, ma ci mettono secoli a far riconoscere il valore della propria intelligenza. A Ipazia è andata peggio?.

Si vede martire e vittima, una calimera piccola e rossa che non sbaglia mai. La butta sul sesso, perché se sente dire di sé che è ?una megera?, o anche ?una lavandaia che litiga?, è solo perché è nata femmina. Mica per altro. Gli uomini? Tutti cattivi e contro di lei. Persino don Gallo, che dev’essere improvvisamente diventato solo omonimo di quel prete da strada che lei usava sempre per farsi bella con centri sociali e no global, finisce nella pagella che scotta della preside pronta a bocciare tutti: ?Basta con ’sta fissa delle infrastrutture, di Smart cities - si sfoga ancora su Twitter - Vuoi mettere come è meglio parlare di beni comuni? Specie se benedice don Gallo. A proposito chissà dove sarebbe stato Don Gallo al tempo di Ipazia??.

La colpa della sconfitta è di tutti tranne la sua. è della ?cultura, dei nostri intellettuali, dei giovani studenti, delle firme dei giornalisti, della buona borghesia?. E soprattutto del suo stesso partito, che in effetti ha fatto il possibile per cacciarla, nonostante il primo mandato in scadenza preveda la ricandidatura senza primarie: ?Speravo che il Pd mi digerisse elaborando il lutto del 2007 - non usa giri di parole Marta Vincenzi - non è successo. Il mio errore è stato questo. Ho persino cercato di nobilitare la guerra che mi hanno fatto dipingendo le primarie come utili. Dovevo dargli una mazzata subito invece di aspettare che si rassegnassero?.

Già, il Pd. Il vero sconfitto. Perché se Marta Vincenzi ha perso arrivando seconda, Roberta Pinotti, la senatrice che rappresentava la segreteria che ha voluto a tutti i costi le primarie, è finita addirittura terza e doppiata dal vendoliano indipendente: 46 per cento a 23 per cento. Tanto a poco. Tanto comunque da dimostrare che a Genova non esiste più quel Pd che aveva ereditato dal Pci prima e dal Pds-Ds poi la capacità di ?far eleggere sindaco anche il primo camionista che passa per strada?.

L’arroganza realistica di una frase pronunciata da un funzionario di partito all’atto di ?licenziare? l’ex sindaco Adriano Sansa, oggi si sgonfia di fronte al rischio concreto di perdere tutto, in uno dei fortini rossi più inespugnabili d’Italia. Con la vittoria di Marco Doria però cambiano tutti gli scenari, a sinistra non si sa più che fare. Perché la città inizia ad aver paura del professore comunista, il ?marchese rosso? che punta tutto sull’antipolitica e sul rifiuto della casta. E che non a caso viene subito richiamato al suo passato recentissimo proprio da uno dei massimi esponenti dei poteri forti. ?Come Camera di Commercio di Genova, Doria lo avevamo nominato noi nel consiglio di indirizzo della Compagnia San Paolo?, gli ha fatto notare ieri Giovanni Berneschi, presidente della Banca Carige. Primo siluro al Doria.


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Accusato di strage, assolto dopo 21 anni in cella - il Giornale

Ventun’anni per dirgli che è innocente. Ventun’anni trascorsi in prigione con una condanna all’ergastolo. La vita finita. ?Fine pena mai?. Lo accusavano di aver ucciso due carabinieri il 26 gennaio del 1976 ad Alcamo Marina, in Sicilia. Singolare. A scagionarlo, alla fine, è stato proprio un carabiniere, brigadiere in servizio al reparto antiterrroristico di Napoli. Avrebbe ammesso che i sospettati furono costretti a confessare sotto tortura.
è scoppiato a piangere Giuseppe Gulotta quando il giudice ha letto la sentenza. ?L’incubo è finito?, balbetta con voce rotta. Era un ragazzo quando decisero, in nome del popolo italiano, che era colpevole. ?La prima cosa che ho fatto è stata quella di sedermi, non mi reggevo in piedi. Ci siamo abbracciati con mio figlio William, che ha 24 anni, e con mia moglie Michela, senza parlare?. Lui ne ha 55.

Nove processi, rinvii procedurali, le sbarre a scandire giorni, ore, minuti e secondi. Fino a all’ultimo barlume di speranza. Due anni fa la corte di Cassazione aveva detto sì alla revisione del processo. Da quattro lui beneficiava del regime di semilibertà. E lo stesso procuratore generale aveva chiesto la sua assoluzione. Altri due condannati, Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, latitanti in qualche paese sudamericano sarebbero a loro volta sarebbero pronti a chiedere un nuovo processo. Un altro non potrà più farlo: si è ucciso in cella.

La ?strage di Alcamo?, la battezzarono i giornali. Forse la ricordano solo i protagonisti: parenti delle vittime, imputati, amici, colleghi. Le vittime si chiamavano Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta: quella sera gli assassini entraronoi in caserma fondendo la serratura con una fiamma ossidrica. I carabinieri, appuntati di 19 e 35 anni, furono trovati morti, massacrati a colpi di pistola. E giustizia, si scopre oggi, non è stata fatta.


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Arrestato vice presidente del Consiglio regionale Umbria - ANSA.it

PERUGIA - L'ex sindaco di Gubbio Orfeo Goracci (Rc), attuale vice presidente del Consiglio regionale dell'Umbria è stato arrestato stamani dai carabinieri che hanno eseguito complessivamente nove ordinanze di custodia cautelare, cinque in carcere e quattro ai domiciliari. A loro carico verrebbe ipotizzata - secondo quanto si è appreso finora - l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'abuso di ufficio e ad altri reati. Sull'inchiesta viene mantenuto il riserbo assoluto.

Un altro dei provvedimenti riguarda l'ex vice sindaco Maria Cristina Ercoli. L'avvocato Franco Libori, difensore di Goracci, ha spiegato di non conoscere ancora nel dettaglio le accuse mosse al suo assistito. "Il gip ha infatti disposto - ha aggiunto - il divieto di incontro con il suo difensore per cinque giorni". Nell'ambito dell'indagine il magistrato titolare del fascicolo e i carabinieri si sono recati stamani negli uffici del Consiglio regionale ma non si conosce al momento per quale attività.

? Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati Ha agito per motivi passionali: la ex viveva con la vittima Contro governo Pristina, ma anche Belgrado e Ue.Votano in 35.000 Nessun ferito. Le presidenziali si terrano il 21 febbraio Roma sconfitta a Siena, per partenopi gol Britos e Cavani In Usa si piange Whitney Houston, Obama prega per sua figlia Temperature in rialzo da venerdi'. Roma torna a normalita' Ipotesi delitto passionale. Scotch su campanello per agguato Sindaco annuncia incontro per oggi ma ok non scontato Oggi nuovo vertice tra leader, domani confronto con governo Taglia Spagna e Portogallo.Male previsioni Gb, Francia e Austria Topnews Cronaca Politica Economia Mondo Calcio Sport Cultura Scienza Internet Spettacolo Cinema English
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Friday, February 17, 2012

«Subito un accordo valido sul lavoro» - Il Sole 24 Ore

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In questo articoloArgomenti:Mercato del lavoro | Christian Wulff | Mario Monti | Enel | Angela Merkel | Cisl | Udc | CGIL | Pier Luigi Bersani

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Questo articolo ? stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 06:37.

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ROMA
Per il presidente tedesco, Christian Wulff, in Italia si pu? tornare ad investire superando vecchie resistenze del passato. Certo, come ha ricordato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lo ha accolto ieri al Quirinale dando smalto a un'immagine appannata dai recenti scandali di Berlino, occorre chiudere presto un ?accordo valido? sul mercato del lavoro tra parti sociali e Governo ma l'importante ? che siamo usciti dal cono d'ombra nel quale sembravamo precipitati con la crisi dell'Eurozona.
Parla da sola la composizione della delegazione tedesca giunta in Italia: rappresentanti di aziende e organizzazioni imprenditoriali pronti a dialogare con le controparti italiane, con la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, con i vertici delle nostre aziende, con i leader sindacali tutti presenti, ieri, alla colazione con il premier Mario Monti a Villa Madama. Oggi Wulff sar? a Milano per una visita alla Bocconi e domani a Bari per un incontro con il governatore Nichi Vendola, poi allo stabilimento Bosch di Modugno dove si ipotizza perfino un raddoppio dell'investimento tedesco.
Un'Italia, dunque, che torna ad attrarre capitali perch? parla la lingua dell'Europa anche se deve risolvere problemi strutturali come la burocrazia e il mercato del lavoro. Di questo ha parlato Wulff nella colazione con il premier Monti, con la presidente di Confindustria Marcegaglia e i leader sindacali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Un giro d'orizzonte su occupazione (troppo bassa quella femminile) e mercato del lavoro. Monti ha dato atto ai tedeschi che la crescita non pu? essere raggiunta attraverso il debito e ha spiegato le misure di liberalizzazione appena varate avanzando qualche suggerimento su quello che anche i tedeschi potrebbero fare in questo campo. E l'ad di Enel Fulvio Conti ha confermato: ?anche la nostra azienda in Germania ha avuto qualche difficolt? a entrare nel mercato dei servizi elettrici?. Per il resto lo spirito ? amichevole e collaborativo come ha riferito lo stesso Monti nel pomeriggio di ieri in una telefonata alla cancelliera Angela Merkel per fissare la data di un nuovo faccia a faccia (probabilmente a Bruxelles il primo marzo in occasione del summit europeo).
Da Wulff (che ha anche incontrato i presidenti di Camera e Senato e i leader dei partiti dei due schieramenti) sono giunte parole di apprezzamento per il coraggio delle riforme italiane. Wulff ha per? detto di ritenere ?inaccettabile? l'alto numero dei giovani disoccupati italiani che rappresentano un ?focolaio di crisi e di conflitti futuri?. Parole che Napolitano non ha lasciato cadere nel vuoto spiegando che pur senza volere interferire o rivolgere moniti ha inteso ?porre il problema della necessit? di un accordo valido tra le forze sociali, in particolare tra sindacati e governo?. Napolitano non ha nascosto un certo ottimismo per il fatto che ?ci sia molto senso di responsabilit? negli incontri in corso? ma ? fondamentale ?concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttivit? che purtroppo in Italia ? stata stagnante da molti anni?.
La vera preoccupazione di Wulff, semmai, ? che l'Italia di Monti duri troppo poco, che il lavoro fatto finora vada perso. Con la massima franchezza il presidente tedesco ha chiesto a Napolitano quali garanzie esistono perch? le riforme avviate proseguano anche dopo Monti con Governi a guida politica. Napolitano avrebbe rassicurato Wulff sul fatto che il Quirinale vigiler? perch? non si torni indietro. Con la stessa franchezza anche Wulff ha chiesto al presidente della Repubblica italiana quali suggerimenti ha per la Germania. Secondo Napolitano di essere meno vittime dell'ossessione della disciplina di bilancio e pi? aperti a misure che favoriscano la crescita. Nessun contrasto tra Italia e Germania neppure sui risarcimenti alle vittime del nazismo. La Germania manterr? aperto il dialogo con l'Italia aspettando il rapporto della commissione storica congiunta.
? RIPRODUZIONE RISERVATA
LA VISITA DEL PRESIDENTE TEDESCO

Gli incontri istituzionali
Agenda fitta di incontri ieri per il presidente della repubblica tedesca in Italia Christian Wulff. Dopo la conferenza stampa congiunta con il capo dello stato Giorgio Napolitano, Wulff ha incontrato il premier Mario Monti a Villa Madama. Incontro al quale hanno partecipato anche i leader sindacali Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Nutrita anche la rappresentanza governativa, con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e la responsabile del dicastero del Lavoro, Elsa Fornero. A seguire il faccia a faccia con il presidente del Senato Renato Schifani e con quello della Camera Gianfranco Fini, nonch? con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e
con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini
Le altre tappe
La visita di Stato di Wulff, accompagnato dalla moglie Bettina, prosegue oggi con una tappa a Milano. Domani invece il leader politico tedesco si recher? in Puglia. Visiter? il castello di Federico II e andr? a Bari, per un colloquio con il presidente della Regione, Nichi Vendola. Da l?, il Bundespr?sident andr? a Modugno, dove visiter? lo stabilimento del gruppo
tedesco Bosch

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Eternit, attesa la sentenza a Torino - Corriere della Sera

A Torino la sentenza era attesa dai familiari di 3000 vittime

Eternit: 16 anni a Schmidheiny e De Cartier
In aula grida, lacrime e applausi dei familiari

Condannati gli ex vertici della multinazionale per disastro doloso e rimozione di misure antinfortunistiche

Tre finestre dello stabilimento di Casale Monferrato della Eternit in una scena dal documentario ?Indistruttibile? di Michele Citoni (Ansa) Tre finestre dello stabilimento di Casale Monferrato della Eternit in una scena dal documentario ?Indistruttibile? di Michele Citoni (Ansa) TORINO - Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 91 anni. La procura chiedeva 20 anni per ognuno dei due imputati che furono a capo della multinazionale Eternit. I due rispondevano di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche.

LE REAZIONI - ?Si tratta di una sentenza storica?, ha sottolineato in una note il ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha aggiunto ?Ma la battaglia contro l'amianto non si chiude con una sentenza, sia pure una esemplare?. A commentare ? stato anche il ministro dell'Ambiente Corrado Clini (?la condanna dell'Eternit ? giusta ed era inevitabile?). Poi Clini ha posto l'accento sui siti contaminati: ?Il problema - ha detto - ? che non abbiamo ancora una mappatura completa dei siti che devono essere risanati per l'inquinamento da amianto. Speriamo che la sentenza su Casale Monferrato faccia da battistrada per avviare un serio, organico programma di bonifiche?.

I RISARCIMENTI - Il giudice Casalbore, che ha pronunciato la sentenza, ha disposto diversi risarcimenti provvisionali. In particolare, un risarcimento di 70mila euro per l'associazione Medicina democratica e per il Wwf, di 100mila euro per l'Associazione nazionale esposti amianto, di 4 milioni per il comune di Cavagnolo e di 15 milioni per l'Inail. Risarcimenti mediamente di 100mila euro ciascuna per le sigle sindacali, parti civili nel processo. Inoltre 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, 30mila euro per ogni congiunto di ciascuna vittima e 35mila euro per ogni ammalato. In aula, piena fino all'inverosimile, alla lettura della sentenza grida, lacrime e applausi da parte dei familiari delle vittime. ?? una sentenza che ha sancito la colpevolezza dei responsabili ed ? un monito di grandissima rilevanza, in questo momento di difficolt? finanziarie: ci dice che il dato economico ? importante, ma che la vita umana lo ? di pi??, ha dichiarato Bruno Pesce, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime dell'amianto.

LA DISTINZIONE - Il dispositivo fa per? una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania. Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier erano entrambi ex manager ai vertici della multinazionale dell'amianto. Il Presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore ? passato poi ad elencare gli indennizzi a favore delle parti civili, che sono alcune migliaia.

L'ATTESA - Luned? mattina l'aula era pienissima di giornalisti, di fotografi, videoperatori. Al palazzo di giustizia di Torino sono arrivati 26 pullman, non solo da Casale Monferrato, dove si ? registrato il maggior numero di vittime, colpite dal mesotelioma pleurico o dall'asbestosi, ma dal resto del paese e dalla Francia, dove si sono verificate tragedie analoghe. Tre maxi aule sono state aperte per ospitare le oltre mille persone arrivate per ascoltare il verdetto del pi? grande processo mai celebrato in Italia, e non solo - 160 le delegazioni da tutto il mondo - per l'amianto. Le parti civili erano 6392, quasi tremila i morti e i malati per la fibra killer, almeno 2300 le vittime negli stabilimenti italiani, a partire dal 1952, di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Millecinquecento sono i morti a Casale, lo stabilimento pi? grande in Italia, chiuso nell'86.

Torino, il processo Eternit Torino, il processo Eternit??? Torino, il processo Eternit??? Torino, il processo Eternit??? Torino, il processo Eternit??? Torino, il processo Eternit

L'ACCUSA - Il pool dell'accusa, composto da Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli, in 62 udienze, dal 2009, ha dimostrato, secondo i giudici di primo grado, come i capi della Eternit, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, avessero continuato - pur sapendo che l'amianto uccide - a mantenere operative le fabbriche per fare profitto. E che avrebbero omesso di far usare tutte quelle precauzioni - come l'uso delle mascherine o dei guanti - per evitare che migliaia di persone si ammalassero di tumore al polmone o di absestosi. Durante l'arringa finale Guariniello ha chiesto 20 anni per ognuno dei due imputati, che non si sono mai presentati al processo. La loro difesa, rappresentata dagli avvocati Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva per Stephan Schmidheiny, e da Cesare Zaccone per Louis De Cartier, sosteneva che entrambi sono innocenti, che all'epoca dei fatti non si sapeva quanto fosse nocivo l'eternit e che, infine, troppi anni sono passati da allora affinch? oggi si possa preparare una difesa equa: mancherebbero i documenti e le testimonianze. Secondo l'accusa il gruppo svizzero della famiglia Schmidheiny?fu ai vertici della Eternit dal 1972 al giugno dell'86, dal '52 al '72 invece l'azienda faceva capo - secondo i pm - alla famiglia Emsens e al barone Louis de Cartier, formalmente presente nel consiglio di amministrazione dal '66 al '72.

GUARINIELLO - ?Comunque vada ? un processo storico? aveva detto il pm Raffaele Guariniello, appena arrivato nella maxi aula uno. ?? il pi? grande processo - ha aggiunto - nel mondo e nella storia in materia di sicurezza sul lavoro. C'? stato un grande interesse da parte di tutti i paesi in cui si ? lavorato l'amianto. Questa ? la dimostrazione che si pu? fare un processo. Bisogna lavorare per fare giustizia, noi abbiamo avuto aiuto da tutte le istituzioni?.

Redazione Online13 febbraio 2012 | 19:02? RIPRODUZIONE RISERVATA


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