
10:06 - Aveva minacciato una denuncia, ma alla fine
J-Ax risolve la querelle sulle somiglianze tra il nuovo inno del
Pdl e la sua canzone "
Gente che spera" alla sua maniera. Con un videomessaggio alla Nazione. Giacca e cravatta delle grandi occasioni, cappellino d'ordinanza e bandiera tricolore, il rapper milanese ammette: "Purtroppo non si può parlare di un vero plagio, gli autori non sono riusciti a esprimere con efficacia il mio concetto"."Lo slogan 'gente che spera' mi appartiene - racconta - è collaudato da oltre dieci anni, ed è tatuato sulla pelle di tutti i miei fan, è scritto sugli zaini di tutti i ragazzi ai quali è stato rubato il futuro dalla politica e dai partiti che così male l'hanno interpretato".
L'ex leader degli Articolo 31 giura di non essersi infuriato, anzi di "essere divertito". E poi legge tutti i messaggi ironici che i followers gli hanno inviato su Twitter: "Per fortuna non si prendono così sul serio...". Dulcis in fundo il saluto: "Ciao italiani, gente che spera". L'inno di Mameli, la mano sul cuore e le lacrime. Naturalmente finte.
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