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Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura ha avviato un negoziato politico con quello indiano sul caso. "E' stato un dialogo costruttivo", ha detto il sottosegretario dopo il colloquio con il collega indiano Kaur. "Ora vado a Kochi dove ci sono le famiglie delle vittime di questa dolorosa vicenda e i due marò italiani".
De Mistura per 40 anni è stato funzionario Onu, negli ultimi 20 di altissimo livello e di ottima esperienza: è stato inviato di Ban Ki Moon in Afghansitan, e prima ancora in Libano, Iraq, Somalia. Ha i numeri, le conoscenze, la capacità e la creatività politica per avviare e gestire con gli indiani un negoziato che certamente sarà lungo e complicato. Un negoziato in cui De Mistura ha il sostegno personale non solo del premier Mario Monti, ma anche del Quirinale che ieri sera è stato aggiornato a livello tecnico dello stato della disputa con gli
indiani.Stamattina sulla stampa indiana il caso non è in grandissima evidenza, ma i pochi articoli pubblicati evidenziano che i giornali indiani non hanno avuto ancora informazioni concrete sul punto di vista italiano sulla dinamica dello scontro in alto mare. Le uniche versioni che girano sono quelle della polizia indiana che danno per certa la responsabilità dei marinai italiani nell'attacco al peschereccio St. Anthony.? Nessun riferimento concreto alla possibilità che gli scontri a fuoco possano essere stati due, per esempio con il mercantile greco Olympic Flair.
Ieri gli avvocati dei due militari hanno presentato all'Alta Corte dello stato del? Kerala un ricorso che verterà sul difetto di giurisdizione indiana. Si concentrerà sulla determinazione del tratto di mare in cui il 15 febbraio si trovava la petroliera. La prova principale dovrebbe essere la registrazione satellitare in base alla quale la petroliera era a 33 miglia dalla costa, dunque in acque internazionali.
Dall'altra parte invece, la polizia indiana presto dovrebbe perquisire la nave per sequestrare armi e munizioni. L'obiettivo è di verificare se i proiettili ritrovati sul peschereccio S. Antony corrispondano a quelli usati dal team anti pirati imbarcato sulla nave italiana. Fino adesso le armi sono rimaste chiuse in un posto sicuro a bordo della Lexie ancorata a cinque miglia dalla costa e sorvegliata da unità indiane.
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